di Anita Venanzi – Sinologa impertinente, scienziata delle scienze sociali applicate in maniera apertamente irriverente. Decisa a comprendere e difendere lo spirito essenziale della Cina dalla Cina stessa, non poteva non imbattersi ed innamorarsi della cultura del tè. Se è vero che occorre conoscere ciò per cui si combatte, lei lo fa in Cina … un sorso alla volta.
L’immagine universalmente proposta di Hong Kong è quella dello skyline dell’isola, ed in particolare della porzione di orizzonte occupata dalla zona di Central e Admiralty: grattacieli di vetro dalle fattezze futuristiche e aguzze vibrano del traffico sottostante come un enorme formicaio di vetro.
In questo scenario reiterato come icona della città è facile non notare le riserve naturali che occupano circa il 70% del territorio, le spiagge e parchi.
Ed è nel bel mezzo dell’asettico scintillio del quartier generale della finanza, che trova posto un luogo di fiaba, che parla di Hong Kong – quella vera – a coloro che tendano le orecchie incredule al sorprendente silenzio dell’Hong Kong Park.
In quest’isola felice trovano posto, tra scoiattoli, farfalle e tartarughe, un giardino botanico, una voliera, e il museo del tè.
Il tutto visitabile gratuitamente, nel pieno spirito hongkonghese di una gratuità del tutto non casuale, che si applica a vari aspetti della vita di tutti i giorni; le spiagge, i centri sportivi attrezzati, le biblioteche, il Wi-fi.
Proprio accanto a Flagstaff House, edificio in stile coloniale che ospita la suddetta esposizione, abbiamo un gioiello nel gioiello: la Lock Cha Tea House. Si tratta di una sala da tè in stile tradizionale, abilmente ragionata per creare un connubio perfetto tra il tè e il dim sum da brunch della domenica.
Tutto il menù è vegetale, particolare non scontato da queste parti!
Vi è un’atmosfera indescrivibile, sospesa tra legni scuri, pavimenti scricchiolanti, ampie finestre e servizi da tavola di una finezza eterea.
Padrone della scena, rimane tuttavia il tè: in vendita in vari formati: foglie, nidi, torte, blocchi… e pronto per essere degustato al tavolo, sotto l’attenta guida del discretissimo personale, menù alla mano.
Oltre all’immancabile puerh e al “Jasmine” che scorrono a fiumi nella maggior parte dei ristoranti del territorio hongkonghese, a seconda della stagione, la carta dei tè viene continuamente aggiornata.
Nei miei vari pellegrinaggi mi sono ripetutamente promessa di annotare nomi, prezzi, minutaggi, aromi … ma forse la prova migliore di quanto sublime possa essere questo posto è il fatto di aver disatteso tutti i miei buoni propositi e di essermi goduta l’incantesimo, per fortuna.
Bibliografia:
www.lcsd.gov.hk/CE/Museum/Arts/en_US/web/ma/tea-ware.html
© Immagine gentilmente concessa da Lock Cha Tea House. Se ne vieta l’uso e la duplicazione.